Lega, i 39 bonifici «sospetti» ai commercialisti e la pista dei fondi spariti

Bonifici frazionati

Il conto corrente segnalato è il 2523 della banca Popolare di Bergamo. Secondo l’antiriclaggio «nel periodo 6 giugno 2019 al 7 maggio 2020 arrivano 14 bonifici per complessivi 316.726 euro disposti da “Lega per Salvini premier” con causale “pagamento fattura” tramite un rapporto in essere presso Credito valtellinese, filiale Milano». Su quello stesso deposito «tra il 10 giugno 2019 e il 6 maggio 2020, vengono accreditati 13 bonifici per complessivi 123.327 euro disposti da “Lega Nord” con causale “pagamento fattura” tramite un rapporto in essere presso Banco Bpm filiale di Bergamo». Non è finita: «Nel periodo 12 giugno 2019 al 14 maggio 2020 12 bonifici in arrivo per complessivi 67.198 euro disposti da Radio Padania con causale “pagamento fattura” tramite un rapporto in essere presso Bcc Milano». Il 21 giugno 2019 c’è un «bonifico in partenza per 10.980 euro disposto online a favore della “Partecipazioni Srl” con causale “saldo fatture”» e poi tra il 23 luglio 2019 e il 15 aprile 2020 nove bonifici in partenza per 102.681 euro con la stessa società beneficiaria».

Soggetti politici

Sono gli stessi funzionari dell’Antiriciclaggio a evidenziare l’anomalia di una «ricezione ed effettuazione di bonifici aventi come controparti soggetti appartenenti al mondo politico e già citati nelle diverse segnalazioni sospette collegate». La stessa banca che ha diramato l’alert aveva chiesto spiegazioni a Manzoni e il commercialista «ha precisato che la “Mdr stp srl” è stata costituita attraverso la spedizione del portafoglio clienti dello studio “Dea consulting”, soggetto per il quale è stata in passato inoltrata apposita segnalazione di operazione sospetta. E con la finalità di svolgere attività di consulenza amministrativa contabile e fiscale per la Lega Nord presentando a supporto di quanto dichiarato alcune fatture». Una giustificazione che evidentemente non ha convinto né il direttore della filiale, né l’Antiriciclaggio che hanno deciso di far partire i controlli. Le verifiche sono affidate alla Guardia di Finanza proprio perché gli stessi funzionari di Bankitalia nella relazione sottolineano come «in presenza di numerose segnalazioni collegate non è possibile escludere illeciti». Il sospetto è sempre lo stesso: un sistema costruito su società che in realtà servono soltanto a schermare il passaggio del denaro. Fino ad occultarlo.

CORRIERE.IT

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