Coronavirus, 133 positivi a Treviso nell’ex Caserma Serena. Zaia: «Va trattata da zona rossa»

di Claudio Del Frate e Silvia Madiotto

Nell’improvviso balzo in avanti di casi di Covid registrato oggi, giovedì, in Italia, il numero maggiore si registra in Veneto. E all’interno del Veneto è Treviso a fare i conti con il risveglio del Covid. Un bollettino diffuso in serata mette a statistica 199 nuovi contagi nelle ultime 24 ore, 133 dei quali hanno toccato migranti ospitati alla caserma «Silvio Serena», di Casier (Treviso) una struttura che da anni funziona da centro di accoglienza. Qui è stato individuato un nuovo focolaio del virus ma il fatto che i malati siano migranti ha immediatamente incendiato il dibattito politico. Matteo Salvini, intervenuto in mattinata al Senato sul caso Open Arms, ha subito accusato il governo di agevolare la diffusione del virus attraverso la politica dei porti aperti, il, sindaco di Treviso Mario Conte ha annunciato che denuncerà il governo per il «danno incalcolabile» arrecato alla città. In realtà le persone della «Serena» infettatesi non hanno nulla a che vedere con i recenti sbarchi a Lampedusa. Alcuni sono a Treviso addirittura da anni. «Un mega pasticcio, le forme di ospitalità “senza se e senza ma”, a differenza di quelle per chi scappa davvero dalla morte o dalla fame e che va aiutato, causano solo guai. Visti i rischi sanitari, i centri di accoglienza devono essere trattati come zone rosse, senza le scelte dei Comuni», aveva detto ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia, come si legge sul Gazzettino, commentando la situazione del Centro di accoglienza allestito all’interno dell’ex caserma Serena.

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