Alcune industrie si riprenderanno prima dalla catastrofe del Covid. Ma la ricetta non è il reshoring secondo Oxford Economics

Marco Cimminella

Il covid-19 ha provocato un disastro economico mondiale, costringendo molte aziende a chiudere, interrompendo le catene internazionali del valore e i traffici internazionali. Ma gli effetti economici della pandemia non sono stati uguali per tutti: alcuni settori si riprenderanno prima, come le industrie chimiche e farmaceutiche; altri, invece, ci metteranno molto più tempo, come i produttori di aerei e veicoli. A dirlo, è uno studio di Oxford Economics, che oltre a confermare il graduale, seppur lento, recupero dopo la fase di lockdown da coronavirus, sottolinea come il percorso per risalire la china sia piuttosto diseguale tra i vari comparti economici. E fa notare che la ripresa non passa dalla ricetta dell’onshoring, vale a dire del riportare a casa la produzione: la pandemia ha infatti interrotto le forniture internazionali, mettendo in evidenza la loro grande fragilità. La soluzione migliore, ribadiscono i ricercatori dell’organizzazione inglese, è diversificare gli approvvigionamenti stranieri.

Il punto di partenza dell’analisi di Oxford Economics, sono i dati di maggio della produzione industriale globale, che mostrano un aumento del 2,3 per cento rispetto al mese di aprile. Nonostante questo, però, le stime rimangono cupe: la produzione dovrebbe rimanere sotto i livelli registrati nel periodo precedente al covid almeno fino alla metà del 2021.

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