Il movimento 5S esalta la nuova Europa per eludere le sue ambiguità

Non significa che la soddisfazione per i risultati ottenuti a Bruxelles sia ingiustificata, anzi. E gli applausi di ieri delle Camere al premier erano attesi e motivati, durante la sua informativa. Illudersi che ormai la strada sia in discesa, tuttavia, sarebbe un errore. A preoccupare non è tanto l’estremismo sovranista di una Lega che non riesce a prendere atto della propria sconfitta e della vittoria dell’Europa; e dunque si rifugia in una ostilità d’ufficio, che la isola non solo dalla maggioranza ma perfino nel centrodestra di cui pure rimane, al momento, la forza maggiore. Il tema è la gestione dei 207 miliardi di euro di aiuti.

La questione rimbalza soprattutto dentro la coalizione governativa, percorsa da pulsioni stataliste trasversali; e in prima battuta in un M5S esaltato e insieme innervosito dal successo di Conte. L’accoglienza agrodolce riservatagli dal ministro degli Esteri, il grillino Luigi Di Maio, era meno attesa degli applausi. Di Maio fatica a controllare l’irritazione per il protagonismo del capo dell’esecutivo, virtuale leader del M5S . E questo costituisce una potenziale bomba a orologeria sulla stabilità; e una conferma delle tensioni che attraversano il grillismo di governo: col rischio di frustrare le premesse per una vera ripresa dell’Italia.

CORRIERE.IT

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