Toh, abbiamo un governo saldo

E adesso comincia la fase più difficile, in cui l’Italia dovrà dimostrare di essere all’altezza della sfida e il premier di avere in casa, con la sua riottosa maggioranza, la stessa abilità negoziale, determinazione e tenuta dimostrate in trasferta con Rutte, nel corso del vertice europeo. È questo il senso delle raccomandazioni del capo dello Stato nel corso del colloquio con Conte, riassunto in un avverbio “rapidamente” e in due aggettivi: “concreto” ed “efficace”. Questi i requisiti che deve avere il piano di interventi che nelle prossime settimane e mesi il governo dovrà varare per ottenere un piano di finanziamenti davvero senza precedenti nella storia della Repubblica.

Ecco, il senso del breve colloquio è di una sollecitazione a fare presto e bene, senza indugiare in trionfalismi. Sollecitazione pari alla soddisfazione non solo per il risultato italiano, ma più in generale per la fase nuova che si è aperta in Europa capace, al dunque, di muoversi dentro una sfida più avanzata che sarebbe sbagliato vedere solo con gli occhi provinciali del successo di uno contro l’altro. Un salto di qualità multifattoriale, reso possibile innanzitutto dalla coraggiosa inversione a U di Angela Merkel che, di fronte a un passaggio cruciale, non si è limitata ad assecondare i desiderata del suo elettorato, ma lo ha guidato verso l’accettazione della scelta più giusta: l’accettazione di un bilancio sovrano, di una propria capacità impositiva, di fatto, anche se non si chiamano così, di fatto gli eurobond per venire in aiuto dei paesi colpiti dalla pandemia.

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