Recovery Fund, gli equilibri: l’Olanda di Rutte è una nuova Gran Bretagna?

Ma non sarà così che Rutte rientrerà nei ranghi perché la sua ribellione è politica, quasi ideologica. È la rivolta di un premier pieno di un senso nazionale di superiorità che i suoi interlocutori non gli riconoscono. Rutte non avrebbe problemi nel far approvare nel suo parlamento un Recovery Fund accettabile per Merkel, perché avrebbe su quello i voti delle opposizioni di centrosinistra. Non rischia poi troppo alle elezioni fra nove mesi, perché i suoi liberal-conservatori viaggiano attorno al 40% e i sovranisti Thierry Baudet e Geert Wilders sono abissalmente indietro. Né deve rintuzzare una sfida euroscettica neanche dai democristiani. Semplicemente ha deciso di giocare una partita solitaria in Europa che nega il ruolo delle istituzioni comuni. Non se ne fida e in nome di questa sfiducia non esita a minacciare di peggiorare la recessione di Italia, Spagna e Francia, con cui l’Olanda ha un surplus commerciale pari al 4% del proprio reddito. L’ultimo leader così che l’Europa ha avuto è stato il britannico David Cameron. Non è finita benissimo per lui.

CORRIERE.IT

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