Vertice Ue, Conte disegna la linea rossa: «Niente trucchi sull’uso dei soldi»

di Lorenzo Salvia

DAL NOSTRO INVIATO
BRUXELLES – Il cielo sopra il negoziato è grigio scuro, proprio come quello di Bruxelles. «Abbiamo ancora da lavorare, ci sono divergenze che non abbiamo risolto» dice il presidente del consiglio Giuseppe Conte, rientrando al The Hotel, quando ormai è passata mezzanotte. Ammette che per il momento siamo alla «fumata nera», che nemmeno l’ultima mediazione sul tavolo del Consiglio europeo è riuscita a sbloccare la situazione. Definisce «coraggiosa» la proposta del presidente del Consiglio Ue Charles Michel ma aggiunge anche che «non è spendibile» e che l’Italia ne ha presentata una alternativa. Tutto fermo, insomma, ognuno nella sua trincea. Del resto questa giornata infinita non era cominciata per niente bene. «La proposta di Mark Rutte è incompatibile con i trattati e impraticabile sul piano politico» dice il premier chiedendo di isolare la posizione olandese sul diritto di veto per i singoli Stati membri che potrebbe bloccare il meccanismo europeo di aiuti.

In appoggio all’Italia interviene il premier spagnolo Pedro Sánchez, qualche poltrona più in là annuisce il presidente francese Emmanuel Macron. La cancelliera tedesca Angela Merkel, invece, aspetta come da copione. E questo all’inizio provoca una certa delusione nella delegazione italiana. Almeno fino alla cena quando è proprio la cancelliera tedesca a innescare la nuova mediazione del presidente Michel. La sua proposta, che magari oggi potrebbe essere rivista, dovrebbe mantenere la cifra iniziale dei 750 miliardi totali, 500 in sovvenzioni, 250 in prestiti. Al massimo ci potrebbe essere una limatura che, specie se dovesse riguardare solo la parte prestiti, l’Italia sarebbe pronta ad accettare.

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