Pedro Sánchez al Corriere: «Da Italia e Spagna una risposta titanica alla crisi. Il nostro patto per la Ue»

di Aldo Cazzullo

Pedro Sánchez al Corriere: «Da Italia e Spagna una risposta titanica alla crisi. Il nostro patto per la Ue»

Presidente, Spagna e Italia sono stati tra i Paesi più colpiti. Come hanno reagito spagnoli e italiani, secondo lei?

«Con disciplina, con resistenza, con spirito di vittoria. Abbiamo subìto un colpo durissimo, ma non ci siamo abbattuti; abbiamo fatto fronte in modo titanico».

Titanico?

«Abbiamo messo in campo sforzi senza precedenti. Non ci siamo limitati a chiuderci in casa; il che già non era scontato. È emerso il valore e l’animo dei due popoli. In Spagna ci siamo mossi per salvare le imprese, evitare i licenziamenti, sostenere tre milioni e mezzo di lavoratori senza stipendio, aiutare un milione e mezzo di autonomi. E abbiamo introdotto il reddito minimo vitale, una misura simile al vostro reddito di cittadinanza. Ma ora l’Europa deve essere all’altezza dei suoi popoli».

Non tutto ha funzionato, però. C’è qualcosa che non rifarebbe? Non era meglio impedire la riunione di piazza dell’8 marzo, per cui è stato molto criticato?

«Il senno è sempre del poi. Se avessimo saputo a fine febbraio quel che sappiamo adesso, avremmo chiuso prima. Ma se avessi chiuso allora, la società e il Parlamento non mi avrebbero seguito. Ero consapevole che stavo chiedendo uno sforzo enorme, infatti lo stato d’allarme è stato prorogato ogni 15 giorni; e ogni 15 giorni mi sono sottoposto alla discussione e al voto del Parlamento. È stato come fare un dibattito sullo stato della nazione ogni due settimane».

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