Non mangiate le marmotte

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di   Massimo Gramellini

Perché l’estate si è portata via la paura? Le spiagge registrano ammucchiate di corpi degne di un raduno hippy del secolo scorso e i pochi asociali che si ostinano a indossare la mascherina lo fanno per timidezza, avendo cura di non coprirsi troppo il naso. Persino il famigerato doppio bacetto di saluto sulle guance, la cui scomparsa sembrava una delle poche conquiste felici di quest’anno disgraziato, sta tornando alla ribalta come gesto trasgressivo. E sì che nel mondo i contagi non sono mai stati tanto alti, in Mongolia è addirittura tornata la peste bubbonica (con il conseguente divieto di mangiare le marmotte) e in Italia i litigi nel Pd. Ogni giorno i virologi aumentano la dose, disegnando scenari da incubo: quello di ieri descriveva un Covid col turbo capace di sfrecciare nell’aria senza autovelox. Per molto meno, a marzo ci saremmo nascosti dentro un armadio. Adesso non funzionano nemmeno le minacce di Zaia contro gli sciagurati che violano «l’isolamento fiduciario», altra espressione strepitosa della neolingua del virus.

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