Locatelli: “Non rimettiamoci nelle condizioni di un nuovo lockdown”

I nuovi focolai sono “un campanello d’allarme importante”, è necessario “che restino contenuti a livello locale”. Se non rimanessero così, circoscritti sui territori, allora dovremmo preoccuparci”, spiega il professore Franco Locatelli. Per il presidente del Consiglio superiore di Sanità, esponente autorevole del Comitato tecnico scientifico, quello che sta succedendo in Veneto mette in evidenza che il virus “circola eccome, che è cattivo come prima” e che “ognuno di noi ha una responsabilità morale enorme nei confronti degli altri”. Per questo bisogna “continuare a rispettare le regole e a osservare comportamenti improntati alla prudenza e alla cautela”. Il rischio è altissimo. “Non rimettiamoci nelle condizioni di un nuovo lockdown, rischieremmo di ricreare una situazione economicamente difficile e di perdere altre vite”, avverte Locatelli.

Professore, ha visto che sta succedendo in Veneto? Sta ripartendo la seconda ondata del virus nel Paese?

A mio avviso gli episodi – e uso questo termine non certo per minimizzare quanto accaduto – che si sono verificati in Veneto, a partire dalla storia dell’imprenditore vicentino ora in terapia intensiva, sottolineano tre concetti fondamentali della questione, evidenziando in maniera lampante che il virus circola eccome, che non è affatto vero che è scomparso o che è cambiato perché è cattivo come prima e che ognuno di noi ha una responsabilità morale enorme nei confronti degli altri.

In che senso?

Nel senso che chi decide di non proteggersi adeguatamente espone gli altri a rischi molto rilevanti. Dobbiamo continuare a comportarci con cautela e prudenza, anche per non vanificare gli sforzi e i sacrifici sostenuti nei mesi dell’emergenza e fino a questo momento. Siamo usciti dalla situazione critica, ma non dal problema.

Sono stati localizzati nuovi focolai in Veneto, in Emilia-Romagna, in Lazio, registrati tre nuovi cluster familiari in Toscana e i dati evidenziano una risalita della curva epidemica. Dobbiamo preoccuparci?

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