Riapertura delle frontiere europee, la Ue blocca americani, russi, israeliani: la lista dei «buoni» e dei «cattivi»

di Paolo Valentino

Come alle scuole elementari di una volta, le liste sono due: quella dei «buoni» e quella dei «cattivi». Quella dei Paesi i cui cittadini verranno accettati alle frontiere dell’Unione europea a partire dal 1° luglio. E quella dei Paesi i cui residenti non potranno entrarci.

Ultime trattative

Ma come alle elementari, le due liste continuano a cambiare perché gli ambasciatori dei 27 dopo due giorni di trattative non sono ancora d’accordo su chi sia «buono» (cioè non potenziale portatore di contagio) e chi sia «cattivo» e rischia di trasmettere il Covid19. Così, l’Australia, il Canada o il Giappone sono nell’elenco dei «buoni». Ma gli Stati Uniti, la Russia, Israele, il Brasile, l’Arabia Saudita e la Turchia sono in quello dei «cattivi». La Cina, che ufficialmente dichiara tasso di contagio 0, è un caso speciale: i suoi «national» potranno entrare in Europa ma solo a condizione che anche le autorità di Pechino facciano altrettanto con gli europei a casa loro, il che al momento non succede. Da notare che il Regno Unito, dove la pandemia continua purtroppo a registrare alti tassi di contagio, non è in alcuna lista: nonostante la Brexit infatti, durante il periodo di transizione Londra fa ancora formalmente parte dell’Ue e viene trattata come Paese membro. Ergo, niente blocco, siamo inglesi.

Lo scontro sui criteri

I due elenchi non sono ancora definitivi. Ma andiamo per ordine. Iniziata giovedì a Bruxelles, la riunione del Coreper (il Comitato dei Rappresentanti permanenti alla Ue) è proseguita venerdì fino alle 22:30. Ed è ripresa sabato mattina. Probabilmente andrà avanti per tutto il fine settimana.

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