Merkel: «Non abbiamo creato il Mes per non utilizzarlo»

Nell’intervista alla Süddeutsche, la cancelliera avverte che «il Fondo per la ricostruzione non potrà però risolvere tutti i problemi dell’Europa». Se anche gli aiuti dell’Unione riuscissero ad aumentare di un punto il Pil europeo, «sarebbe solo l’1% e ci sono molte altre cose che devono essere fatte dagli Stati». La ricetta del successo, secondo Merkel, è quindi che «tutti noi facciamo buona politica per l’economia e aumentiamo la convergenza nella Ue». Un richiamo alla necessità che governi come quello italiano l’Italia usino l’occasione anche per rafforzare e rendere più competitivo il sistema Paese.

Sulla polemica alimentata dai quattro Paesi frugali, che vorrebbero soltanto aiuti erogati in forma di prestiti e non di contributi, la cancelliera spiega che il diverso impatto della pandemia sui vari Stati impone nuovi criteri di distribuzione, rispetto a quelli tradizionali del bilancio della Ue. Per i Paesi con alto tasso di indebitamento, «i crediti hanno meno senso dei contributi». Merkel sta lavorando per convincere Austria, Olanda, Svezia e Danimarca ad accettare il principio dei finanziamenti a fondo perduto.

Sulla decisione della Corte Suprema tedesca, che ha dichiarato parzialmente incostituzionale il quantitative easing della Banca Centrale Europa, Merkel dice al quotidiano bavarese che «senza dubbio, il diritto europeo ha priorità su quello nazionale», tuttavia esiste una zona grigia che è ancora da chiarire e riguarda dove comincia la giurisdizione europea.

Sull’annuncio del presidente americano Trump di voler ritirare oltre 9 mila dei 35 mila soldati USA attualmente stazionati sul suolo tedesco, Merkel ammette che la Germania deve spendere di più per la difesa. Ma ricorda che le truppe USA nella Repubblica federale «servono non solo la difesa nostra e degli alleati europei della Nato, ma anche gli interessi degli Stati Uniti». La cancelliera è contraria a uno scudo nucleare europeo e scommette ancora sulla «comunità di difesa atlantica». Tuttavia, aggiunge, «l’Europa deve assumersi un carico più grande rispetto alla Guerra Fredda». E «se gli Stati Uniti vogliono volontariamente congedarsi dal ruolo di potenza mondiale, noi dobbiamo fare una riflessione approfondita».

Infine la Brexit, su cui Merkel ricorda che «il Regno Unito dovrà vivere con le conseguenze della scelta» del premier Boris Johnson di non avere legami economici stretti con l’Ue. Usando un tono più duro rispetto al passato, la cancelliera ha detto che «occorre abbandonare l’idea che spetti a noi definire quello che vuole la Gran Bretagna, è Londa a doverlo decidere e noi risponderemo di conseguenza». Va da sé che «se il Regno Unito non intende adottare regole sull’ambiente, il mercato del lavoro o sugli standard sociali compatibili con quelli europei, allora le relazioni tra le due parti saranno inevitabilmente più distaccate»

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