Palermo, i boss scarcerati riorganizzano Cosa nostra. Due imprenditori denunciano il racket, 10 arresti

Le denunce hanno offerto nuovi spunti d’indagine e sono diventate uno straordinario riscontro a quanto già emergeva dalle intercettazioni. Sotto sette le estorsioni oggetto di questa indagine: due operatori economici si sono rivolti ai carabinieri, gli altri hanno invece preferito sottostare ai ricatti di Cosa nostra. Giulio Caporrimo era un reuccio nella borgata di Tommaso Natale, rispettato e temuto. “I capi storici di Cosa nostra continuano a svolgere un ruolo significativo all’interno delle famiglie palermitane – dice il colonnello Mauro Carrozzo, il comandante del Reparto Operativo – soprattutto nella prospettiva della riorganizzazione della struttura mafiosa, che le indagini hanno però bloccato”. 

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di SALVO PALAZZOLO “Ha cento carati”, dicevano di Caporrimo nel clan, prima ancora che tornasse in libertà. Fra il febbraio e il settembre 2017, le telecamere e le microspie dei carabinieri lo hanno seguito passo passo. Mentre faceva incontri al largo della costa palermitana, sul suo potente gommone. Mentre dava un bacio in bocca ai suoi collaboratori più stretti, segno d’investitura. Un padrino rispettato e osannato nelle borgate. Si atteggiava a uomo d’ordine: così, si lamentava per gli acquascooter che scorrazzavano vicino ai bagnanti. E si vantava di averli fatto spostare in un altro tratto di mare.

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di SALVO PALAZZOLO “Sin dal momento della sua scarcerazione si è subito reinserito nel circuito criminale – ha scritto il gip Fabio Pilato nell’ordinanza di custodia cautelare – violando gli obblighi imposti dalla misura di sicurezza che gli era stata imposta”. Caporrimo aveva ricostruito una rete di fedelissimi nel mandamento di Tommaso Natale, quello storicamente sotto il controllo della famiglia Lo Piccolo: nella borgata marinara di Sferracavallo, aveva messo un altro scarcerato eccellente, Andrea Gioè; alla Marinella, Andrea Bruno, pure lui tornato in libertà dopo aver scontato una condanna per associazione mafiosa; altri fidati, arrestati stanotte, sono Vincenzo Taormina, Vincenzo Billeci e Francesco Di Noto.

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