L’ipotesi di una riduzione dell’Iva divide la maggioranza. Visco: serve riforma complessiva

Sul tema interviene il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco per sottolineare come sulla riforma del fisco «serve una visione complessiva» e «non imposta per imposta». Visco, intervenendo online a un evento ai Lincei, ha detto che «è una vecchia storia» ma attuale, il tema della «grande dimensione dell’evasione, dell’illegalità e della criminalità organizzata». Questo «si trasforma in un carico fiscale molto pesante per chi le tasse le paga».

E in Europa come verrebbe accolta l’idea, considerando che l’Ue ha spesso chiesto interventi di segno contrario, vale a dire spostare la tassazione dal lavoro ai consumi? «Noi valutiamo le proposte dei Paesi quando ci vengono formulate nei bilanci, o in futuro nei piani di recovery, quindi faremo lo stesso con una proposta di questo genere quando ci verrà presentata» fa sapere il commissario Ue all’economia, Paolo Gentiloni.

La necessità di un intervento del genere deriva dalla preoccupazione del Governo di ricreare il clima di fiducia necessario ad innescare il circuito dei consumi. Si guarda in particolare a quanto fatto dal governo della cancelliera Angela Merkel che nel piano da 130 miliardi lanciato per far fronte alla crisi, ha previsto la riduzione dell’Iva dal 19 al 16% per sei mesi.

Le parole di Conte ricalcano del resto quanto affermato qualche giorno dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: abbassare l’Iva, aveva spiegato, «è una misura molto costosa» che va valutata attentamente anche perché proprio l’Italia è tra i paesi europei ad aver speso di più contro la pandemia del coronavirus. Certo è che il Governo sta riflettendo e guardando anche a quello che hanno fatto altri paesi per trovare degli interventi «anche sul lato della domanda», aveva spiegato sempre Gualtieri al festival dell’Economia di Trento.Leggi anche

L’ipotesi della riduzione dell’Iva, sul modello tedesco, è sostenuta da M5S. La viceministra al Mef Laura Castelli propone da giorni intervento «sui settori che sono stati maggiormente colpiti da questa crisi – ha spiegato in un’intervista a Repubblica – e che tardano a ripartire, penso a tutta la filiera del turismo e della ristorazione in primis. Ma anche all’artigianato, all’abbigliamento, e all’automobile». La misura dovrà essere legata all’uso di moneta elettronica e, nelle intenzione dei Cinque, dovrebbe avere durata biennale.

A favorire la “sforbiciata” c’è anche il fatto che il rischio di aumento dell’Iva è stato recentemente scongiurato dal decreto Rilancio con la cancellazione delle clausole di salvaguardia.

Ma dal fronte democratico arriva una frenata. «Si tratta di un’operazione decisamete complessa» ha detto al Messaggero il viceministro all’Economia Antonio Misiani, perché «ogni punto in meno dell’aliquota ordinaria del 22% costa 4,5 miliardi all’anno e 3,1%ogni punto dell’aliquotaridotta del 10%, perciò se si vuole fare un intervento percettibile, significativo e realmente in grado di di produrre efeftti, si dovrebbe investire una quantità molto ingente di risorse».

Nel centrodestra a mostrare interesse per la misura è la Lega: «Accogliamo con favore l’apertura del premier Conte in favore di una riduzione dell’Iva ma – si legge in una ota del dipartimento economia del partito di Salvini -, affinché la manovra sia in grado di produrre effetti sensibili sull’economia del nostro Paese, invitiamo il governo a non essere timido e a mettere sul tavolo in tempi brevi una proposta seria e credibile».

Fuori dalla politica, tra le categorie produttive l’ipotesi piace a Confocommercio: «Sarebbe un segnale importante di fiducia che abbiamo sempre auspicato. Che non sia, però, una misura eccessivamente provvisoria» dice il presidente dell’associazione Carlo Sangalli.

Per Coldiretti «il taglio dell’Iva sul vino e sui principali prodotti alimentari rilancia la ristorazione che rischia un crack da 34 miliardi nel 2020 a causa della crisi economica, del crollo del turismo e del drastico ridimensionamento dei consumi fuori casa».

ILSOLE24ORE

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