Oms, quante giravolte. Ora basta, non dobbiamo più ascoltarli

Il 14 gennaio Taiwan lancia l’allarme sul pericolo di trasmissione da uomo a uomo: l’Oms smentisce in base a ciò che dice la Cina. E solo il 23 gennaio discute se lanciare l’allarme dichiarando Covid-19 emergenza sanitaria globale. Ma Pechino si oppone. Allora Ghebreyesus vola dal leader comunista Xi Jinping, 66 anni. Risultato: cinque giorni dopo, il 28, elogia nuovamente la Cina, invitando il mondo a non vietare i viaggi dal Paese che ha 60 milioni di persone in lockdown. Possibile?

Passano 48 ore ed è dietrofront: a un mese da quando il virus è stato isolato a Wuhan e con 8.000 malati, ormai, in 19 Paesi, l’Oms dichiara finalmente l’emergenza sanitaria mondiale. Ma si ostina a sbagliare. Infatti, se il 31 gennaio la rivista Lancet denuncia che nei dati cinesi non vengono inclusi gli asintomatici (1 su 3 degli infetti, secondo i dati segreti di Pechino), l’Oms, nel rapporto finale della missione in Cina (16-24 febbraio), sostiene che «la percentuale di infezioni veramente asintomatiche sembra essere rara e non appare un fattore trainante della trasmissione». Ovvero: «Un paziente è sospetto solo se ha i sintomi e un contatto con la Cina”. Quindi, niente tamponi a tappeto.

Come, grazie all’intuizione del dottor Andrea Crisanti, 65 anni, si decide, invece, di fare a Vo’ Euganeo, salvando chissà quante vite. Fino a che l’11 marzo, quando i Paesi contagiati sono, ormai, 114, Ghebreyesus finalmente dichiara: “La pandemia è globale”. Ma soltanto a metà mese, dopo che un’altra rivista, Science, indica negli asintomatici la causa del 79% dell’infezione, l’Oms raccomanda i test per tutti i contatti di una persona colpita da virus: “La nostra definizione di caso infetto include anche gli asintomatici. Dalla Cina sappiamo che il 75% degli asintomatici in seguito ha sviluppato i sintomi” spiega Van Kerkhove. Che ieri ha detto l’opposto.

Mica è finita. Il 6 aprile l’Oms continua a non consigliare le mascherine per tutti, nonostante l’alta percentuale di ignari portatori di virus. Sempre lei, la Van Kerkhove: «Le mascherine servono a chi lavora in prima linea. Se non ne avete bisogno per favore non indossatele». Stop. La verità è una sola: non bisogna dar retta all’Oms, baraccone che brucia 4,5 miliardi di dollari per mantenere 7 mila burocrati in tutto il mondo. Basta. Ascoltiamo, invece, i bravi medici italiani che si sono ingegnati per curare un male sconosciuto. E hanno salvato migliaia di persone. Alla faccia di Ghebreyesus, dei suoi complici cinesi e dell’improbabile dottoressa Van Kerkhove.

QN.NET
 

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