Coronavirus, in Lombardia salta Luigi Cajazzo, direttore della Sanità

Le sfide sono complesse. Prima tra tutte, quella di recuperare il rapporto con i medici di famiglia logorato da anni ma che s’è aggravato durante la pandemia: non c’è dubbio che la sorveglianza epidemiologica sul territorio abbia fatto acqua contribuendo alla diffusione dei contagi.

Il governatore Fontana, in un’intervista al Corriere, due giorni fa, ammetteva: «Volete un mea culpa? Probabilmente negli ultimi anni abbiamo trascurato i medici di famiglia. A settembre lanceremo un importante piano d’azione a loro dedicato. Sono il primo presidio sanitario delle nostre comunità e lo renderemo più forte». Senza dubbio Trivelli dovrà essere il fautore di questa linea.

Altro fronte, non meno delicato: attualizzare il modello di funzionamento delle case di riposo, dove il coronavirus è dilagato con un numero spaventoso di decessi (quasi 1.300 solo a Milano). E chissà se Trivelli sarà anche in grado di ridare una nuova immagine a una macchina organizzativa che, seppure tra mille sforzi, è uscita ammaccata dall’emergenza Covid-19. Tra le difficoltà sui tamponi, l’operazione-boomerang dell’ospedale in Fiera (costato 21 milioni di euro di donazioni dei cittadini e da quattro giorni a pazienti zero) e — non meno importante — il rapporto con la Sanità privata accreditata da rimettere al passo con i tempi. Certo, la politica in tutto ciò dovrà giocare la sua parte. Non sono solo questioni tecniche. Luigi Cajazzo, che durante la gestione del Covid-19 è stato colpito dal virus passando giorni difficili ma lavorando senza sosta, diventerà vice segretario generale della Regione, con delega all’integrazione socio-sanitaria. Ai Civili di Brescia arriverà, invece, Massimo Lombardo, il dg che ha gestito l’epidemia dalla trincea del Lodigiano.

CORRIERE.IT

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