Roma, 7 posti ai maschi e 3 alle femmine: polemica al Talete. Interviene la ministra Azzolina

di ARIANNA DI CORI

Nella classe I M del rinomato liceo scientifico “Talete” di Roma, gli studenti saranno ammessi secondo una “percentuale di genere”: 17 maschi e 8 femmine. Non per casualità, ma per scelta dell’istituto. Ed è scritto in una circolare che alcuni genitori hanno già definito “raccapricciante”. Il 22 maggio, l’istituto pubblica una comunicazione diretta alle famiglie degli alunni che hanno scelto il percorso “Matematico”.
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“Quest’anno — recita la circolare — le modalità di selezione previste (un test d’ingresso, ndr), non sono attuabili a causa della situazione epidemiologica che non consente di effettuare la prova in presenza”. Per 46 futuri alunni — 31 maschi e 15 femmine — è stato istituito un nuovo criterio di ammissione alla classe, con ancora 25 posti disponibili: un sorteggio, realizzato “in modo proporzionale alla percentuale di domande (pervenute, ndr  di alunni maschi e femmine. Maschi 70%, femmine 30%”. Tradotto: nella I M, non avendo escogitato un modo migliore per sostituire la meritocrazia, si è optato per la casualità, con apparenti quote rosa.   l dirigente scolastico del Talete, Alberto Cataneo, non risponde. Ma per lui parla il Direttore dell’Ufficio scolastico regionale, Rocco Pinneri. «Il tetto del 30% è stato messo per evitare una sottorappresentanza femminile — dice — ma è una scelta infelice: sarebbe stato più ragionevole omettere il dato proporzionale, e i risultati, statisticamente, sarebbero stati simili». E a trovare il metodo «anacronistico e inopportuno » è anche Cristina Costarelli, dirigente scolastica di un altro scientifico romano, il Newton, e vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi Roma. «Mai sentita una cosa del genere — spiega la preside — va contro ogni principio di pari opportunità. La scuola, per Costituzione, è meritocratica. Sarebbe bastato tenere conto dei voti conseguiti alle medie».  
Ma il dado è tratto: non resta altro che la rabbia delle famiglie che hanno visto i loro figli (e soprattutto, figlie) studiare per mesi per passare il test di ammissione alla classe del Talete. Come una mamma, che ha denunciato l’accaduto a Mila Spicola, insegnante, pedagogista ed ex responsabile scuola Pd. «Dal 2015 è attiva una strategia europea per la parità di genere — chiosa Spicola — con l’obiettivo di contrastare la segregazione professionale delle donne in particolare nel settore scientifico, partendo proprio dall’istruzione. In casi come questi bisogna esigere ed ottenere una classe in più, a maggior ragione in tempi in cui si prevedono numeri ridotti per ragioni di sicurezza ».

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