Caso Salvini, Palamara in tv: “I pm sono sensibili ai migranti”

Michele Di Lollo

È, nel bene o nel male, l’uomo del momento. Luca Palamara, ex presidente dell’Anm ed ex consigliere del Csm ha dominato le cronache delle ultime settimane. La stampa gli ha dedicato intere pagine.

I commentatori politici ne hanno fatto un protagonista da talk show. E addirittura la piattaforma internet, YouTube, ha fatto il pieno di contatti con i suoi video. E così è stato invitato al programma televisivo “Non è l’Arena”, la trasmissione di La7 condotta da Massimo Giletti. Qui Palamara affronta i temi più caldi dello scandalo che sta devastando la magistratura italiana.

In diretta tv dice la sua sulle chat del suo telefono rese pubbliche nelle ultime settimane e svela le logiche delle correnti all’interno del Csm e dell’Anm. Racconta il contenuto delle 60mila pagine di intercettazioni e non accetta di essere il capro espiatorio di tutto questo disastro. L’agnello sacrificale di un sistema correntizio che non funziona: il mercato delle nomine. Risponde pure alle domande di Giletti sulla Tangentopoli dell’ordine giudiziario (come l’hanno definita).

“Sono qui perché ho il dovere di chiarire tutto. Non ho inventato io le correnti – dice Palamra -. Essere identificato come male assoluto può fare comodo a qualcuno. Io mediavo tra le singole correnti dell’Anm. Non esisteva solo un unico Palamara, esistevano tanti mediatori. Mi chiamavano tantissime persone, avevo una funzione di rappresentanza, ero diventato una figura di riferimento per molti colleghi, ma non per fare cose illecite. E questo ha partorito nomine di magistrati di assoluto livello. Tutti erano frutto di un accordo”.

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