Morte George Floyd, coprifuoco nelle città americane da Los Angeles a Chicago

Uno shock per Minneapolis. Con il passare delle ore si è vista la reazione. Fin dalla mattina decine e decine di ragazze e ragazzi si sono presentati con scopettoni, vanghe, rastrelli, vernice e pennellesse per pulire i marciapiedi e ridipingere una parte dei muri coperti da scritte. Nel grande parcheggio del supermercato Target, sull’altro lato del Terzo distretto, i volontari hanno recuperato la merce abbandonata dai saccheggiatori in mezzo al fango. L’hanno affastellata sui tavolini e distribuita gratuitamente ai cittadini. Tutto concordato, naturalmente, con la direzione della catena. Un gruppo di insegnanti di una scuola elementare è arrivata con il pulmino vintage della Volkswagen. Hanno portato panini, torte, bevande per i giovani al lavoro da Target. Molti di loro hanno anche partecipato alle manifestazioni, ma avevano già deciso programmato di defilarsi prima delle venti.

Gli irriducibili si sono radunati nei due poli simbolo di questa vicenda. Il Terzo Distretto di Polizia e l’incrocio tra la 38 esima e la Chicago Avenue. Due piazze accomunate dalla rabbia e dall’indignazione. Ma diverse per toni e contenuti. Di là, sulla East Lake Street gli attivisti più duri sono comparsi solo verso le 19.30. Di qua, invece, il pomeriggio è stato pieno, animato da musica a tutto volume e da discorsi politici. Pochi minuti prima delle venti, i leader religiosi, arrivati da diverse città, hanno smontato il palco-furgone: «Noi rispettiamo le leggi dello Stato, anche se non ci piacciono. C’è il coprifuoco e torniamo a casa. Saremo qui domani alle 11. Sta a voi scegliere». La gran parte delle persone se n’è andata. Sono in rimasti in un centinaio, guidati da una ragazza che poco prima mostrava a tutti il numero di telefono da chiamare in caso di arresto. Poi si sono mossi in corteo e dopo mezz’ora sono finiti in bocca alla polizia e alla Guardia Nazionale. Qualche scontro, lacrimogeni. Molti arresti. Nella notte gli agenti seguono le tracce delle altre schegge, fuggite da East Lake Street. E si torna a discutere sulla loro identità: anarchici afroamericani e «suprematisti bianchi infiltrati»? E’ troppo buio per ragionare con lucidità. Ma sarà il tema delle prossime ore.

CORRIERE.IT

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