“Renzi ha fatto bene, contro Salvini era una pagliacciata”. Intervista a Massimo Cacciari

La lascia perplesso di più l’atteggiamento dei 5 stelle, che si sono spaccati sul voto a Salvini, o quello dei renziani che hanno abbandonato i lavori?

I renziani marcano ovunque possono la loro differenza rispetto al Governo. Ma io avrei fatto come i senatori di Italia Viva, che si sono astenuti e se ne sono andati. Li giustifico. Avrei detto: ‘Non prendo parte a questa pagliacciata’. Bisogna avere un muso di tolla per essere stati al Governo con Salvini, essersi mostrati in tv accanto a Salvini, portando in evidenza cartelli a sostegno di Salvini. Hanno fatto gli uomini sandwich di Salvini, hanno accettato tutto, mi sembra che tutto questo sia al di là di ogni senso del pudore. Siamo al di là della decenza, atti osceni in luogo pubblico. Ma come fanno? C’era lo stesso presidente del Consiglio in carica, che adesso decide anche a quale distanza dobbiamo stare, non poteva decidere anche allora? Fingiamo di essere persone serie.

A proposito di distanze sociali. Come giudica l’operato di questo governo in piena emergenza coronavirus? E soprattutto post emergenza?

C’è un paese che sta andando a rotoli, dal punto di vista economico, sociale, occupazionale. Possono esplodere momenti di grande rabbia perché c’è tutto un ceto medio che si sta impoverendo da vent’anni, il reddito disponibile degli italiani è rimasto fermo al 1988. Le partite Iva stanno prendendo una botta spaventosa, aumenterà il lavoro nero. Non sto neanche a discutere di colpe e di responsabilità, in questi decreti non c’è strategia di rilancio.

Vede un cambio di Governo all’orizzonte, un ritorno al voto?

Renzi e Salvini vogliono mandare a casa questo Governo. Io no. Pensano che cambiare Conte sia indolore, lavorano per andare alle elezioni, ma non farebbero altro che determinare una situazione peggiore di questa. A settembre, ottobre ci devono essere idee nuove, bisogna sapere dove puntare. Serve un grande piano di rilancio, interventi pubblici, bisogna mettere tutte le risorse possibili in debito per un piano di interventi pubblici straordinario, infrastrutture, green economy, servizi, sanità. Immediatamente, deve essere un piano di tre pagine, non di quattrocento articoli.

E serve anche semplificare le norme?

La sburocratizzazione va da sé, basti pensare che ancora devono arrivare i soldi della cassa integrazione.

L’HUFFPOST

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