Milano, a rischio la riapertura della Scala: il teatro perderà 50 mila euro al giorno

di ANDREA MONTANARI

24 maggio 2020 La Scala perderà 50 mila euro al giorno se rispetterà le linee guida inserire nel decreto legge approvato dal governo lo scorso 17 maggio. La stima è sulla scrivania del sovrintendente Dominique Meyer, che giovedì la porterà al Consiglio di amministrazione del teatro convocato per l’approvazione del bilancio. Una somma che si aggiungerebbe ai 20 milioni di euro già persi dalla Scala per colpa del lockdown imposto dall’emergenza per il Covid 19 dallo scorso 25 febbraio mettendo seriamente a rischio il futuro del teatro lirico più famoso del mondo. “Sarà difficile trovare un equilibrio tra i costi e i ricavi”, ha spiegato nei giorni scorsi Meyer, che ha aggiunto guardando al futuro: “Credo che l’anno venturo sarà molto più difficile perché gli ammortizzatori sociali non ci saranno più, avremo pieni costi, ma meno ricavi”.

In teatro c’è molta preoccupazione. Il rischio è che la Scala possa decidere di non riaprire, se le regole non cambieranno. Visto che la presenza del pubblico è indispensabile per far reggere i conti nei prossimi mesi. Le linee guida sugli spettacoli al chiuso che il governo ha adottato in vista di una possibile riapertura a partire dal 15 giugno infatti prevedono per un teatro come il Piermarini un numero massimo di 200 persone presenti. Tra spettatori e interpreti. Oltre alla distanza tra i posti in sala di almeno un metro non solo lateralmente, ma anche in avanti. Limiti che di fatto costringerebbero la Scala a cancellare, per esempio, le recite già annunciate a settembre dei tre titoli che dovrebbero chiudere la stagione in corso, che è stata interrotta dopo il debutto de “Il Turco in Italia” di Gioacchino Rossini e durante le prime prove di “Salomè” di Richard Strauss, mai andata in scena.

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