Battaglia sul Recovery Fund, sono quattro i Paesi ostili

di Francesca Basso

Come sarà la trattativa sul Recovery Fund, il piano legato al bilancio Ue che dovrà far ripartire l’economia e aiutare gli Stati più colpiti dalla crisi (come l’Italia) scatenata dal coronavirus, lo spiega bene Paolo Gentiloni, commissario Ue all’Economia: «La trattativa si farà sulla proposta della Commissione, che avremo la settimana prossima. Non credo però si possa sottovalutare che un Paese come la Germania accetti l’idea di 500 miliardi di sovvenzioni attraverso un prestito che la Commissione cercherà sui mercati. Una svolta senza precedenti». Andranno convinti i rigoristi del Nord: Austria, Danimarca Svezia e Olanda, come ha spiegato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire: «Saranno negoziati difficili».

La proposta franco-tedesca annunciata due giorni fa di un Recovery Fund finanziato da debito comune rompe un tabu che aveva frenato finora il processo di integrazione europea e che aveva sempre trovato contrario il fronte del Nord con la Germania in testa. Ora viene meno l’alleato più potente ma resta l’opposizione dei Paesi «frugali». Anche l’idea di aiutare i Paesi e le regioni più colpite dalla crisi attraverso trasferimenti a fondo perduto in nome della solidarietà europea e non attraverso prestiti è una fuga in avanti che il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis ha subito frenato parlando al termine dell’Ecofin: «La nostra proposta per il rilancio dell’economia non sarà un copia e incolla di quella franco-tedesca — ha spiegato —. La presidente von der Leyen ha sempre detto che la risposta finanziaria che avanzeremo si fonda su un mix di prestiti e sovvenzioni agli Stati». Ha anche ricordato che il piano sarà di «oltre mille miliardi».

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