Coronavirus, Fontana: «In Lombardia riaperture solo per chi ha le condizioni di sicurezza»

di Giampiero Rossi

La Lombardia traccia il perimetro della «nuova normalità» nell’emergenza coronavirus, indica ai suoi dieci milioni di cittadini il «paradigma» che regolerà le loro vite a partire da lunedì 18 maggio, in attesa che arrivino le indicazioni del governo. E la sostanza è quella annunciata: apre chi può garantire la sicurezza.


La parola ricorrente è «raccomandazioni», ma di fatto le indicazioni contenute nella nuova ordinanza firmata da Fontana sono persino più restrittive rispetto a quelle richieste a livello nazionale. Obiettivo dichiarato: «Garantire la tutela della salute in tutti i luoghi di lavoro della Lombardia», che dal 18 maggio potranno riaprire a prescindere dall’ambito di attività purché siano in grado di assicurare l’adozione delle misure fondamentali per ridurre al minimo il rischio di nuovi contagi.

Si tratta di sei regole ritenute fondamentali per affrontare questa fase 2 che ricalcano quelle già ampiamente reiterate durante queste settimane di convivenza col virus: dall’uso dei dispositivi alle distanze tra le persone, dalla misurazione della temperatura all’osservazione delle linee guida dell’Inail e dell’Istituto superiore di sanità, dall’utilizzo della app per il monitoraggio regionale allo smartworking. Ma tutto quanto è agganciato ai dettami del governo, tengono a sottolineare tutti a Palazzo Lombardia.

L’app da scaricare

Nel dettaglio, almeno fino al 31 maggio i datori di lavoro lombardi dovranno sottoporre il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro, al controllo della temperatura corporea.

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