Ognuno faccia la sua parte

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di   Beppe Severgnini

Mi scrive una lettrice, Daniela Serena Lucca: «Mia figlia, studente fuori sede, è iscritta all’Università degli Studi di Milano. Ha chiesto una piccola riduzione dell’affitto (pari alle spese delle utenze), dato che da più di due mesi non vive lì. Le è stata negata. Quale occasione ha perso il proprietario, stimato professionista. Capisco fatichi a rinunciare a parte dei 2.700 euro che incassa ogni mese dai sei studenti dell’appartamento. Ma che bel gesto sarebbe stato, in un periodo come questo! E che delusione, per i ragazzi…».

   Mi vien voglia di chiederle, Daniela, il nome del professionista (e magari da chi è stimato); e di capire se l’affitto che riceve viene regolarmente dichiarato. In quanto ai ragazzi, capisco la delusione. Ma quanto è accaduto nasconde una lezione. Non vale uno sconto, lo so. Ma forse non è inutile.

   Quel professionista non ha capito che, in un periodo eccezionale, tutti siamo tenuti a comportamenti eccezionali. Lo Stato, per cominciare, al quale in tanti chiedono un sostegno economico (sotto forma di sussidio, cassa integrazione, prestito garantito). Le amministrazioni locali, la sanità, le forze di polizia. Ma anche noi possiamo fare la nostra parte. Cosa vieta a un privato cittadino di aiutarne un altro? Nulla. Infatti milioni di volontari si sono mobilitati, donando tempo, conoscenze ed energie.

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