Coronavirus, ricerca: quasi una famiglia su due ha intaccato i risparmi

Le conseguenze dell’epidemia e del lockdown sulle disponibilità economiche delle famiglie si stanno facendo sentire: 1 su 5 (21,2%) accusa un impatto pesante sul reddito, quota che sale al 32,2% nella fascia meno abbiente (fino a 20.000 euro netti all’anno), e quasi la metà (47,8%) ha dovuto intaccare i risparmi, il 18,6% in maniera consistente. Solamente il 25,4% ha avuto contraccolpi trascurabili.


A pagare il prezzo più alto in tutti gli ambiti esaminati dallo studio è quello delle famiglie con reddito basato sul lavoro autonomo: il 31% ha avuto un crollo delle entrate (contro il 21,2% della media) e il 34,9% ha dovuto intaccare in modo consistente i risparmi (contro il 18,6%). Ciò si traduce, per il 50-60% di questi nuclei familiari, in una visione più negativa del futuro: una famiglia su 2 esprime molta o moltissima preoccupazione per la possibile chiusura dell’attività (50,1%) o per la perdita del lavoro (48,6%), quasi il 60% teme una consistente perdita di reddito (58,1%) o di non riuscire a mantenere i propri risparmi (57,4%).

Parallelamente a una nuova gestione delle finanze familiari si affaccia un fenomeno giudicato positivamente: il lockdown ha dato una forte spallata all’adozione – prima in realtà piuttosto timida – dello smart working, destinato a cambiare l’organizzazione del lavoro in modo permanente e a diventare la modalità principale per il 22,9% degli intervistati, mentre il 47,5% lo utilizzerà in modo parziale ma sistematico. Il 57,5% di chi lo ha sperimentato lo giudica un’esperienza positiva e il 49,7% è  soddisfatto di come ha potuto condurre le attività ordinarie, mentre solo il 34,1% lo valuta altrettanto efficace nello sviluppo di nuovi progetti.

TGCOM

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