Il debito al 155,7% “costa” 43mila euro a ogni italiano. Il deficit cancella le clausole Iva
di Marco Rogari, Gianni Trovati
Le cifre per la maximanovra anticrisi hanno preso forma nella riunione notturna fra mercoledì e giovedì, che ha sancito due cose: il conto della manovra, la più grande della storia repubblicana, è salito ancora, con un deficit aggiuntivo che sarà di 55 miliardi, cioè il 3,3% del Pil con una ricaduta dell’1,4% del Pil sul 2021, e un fabbisogno che dovrebbe superare addirittura i 161 miliardi.
Se manca l’accordo in maggioranza
Ma
l’altro dato registrato dalla riunione è il mancato accordo fra le
forze di maggioranza su alcune delle misure chiave del prossimo
provvedimento. La complicata ricerca di un’intesa prosegue con un
incontro fra il ministro dell’Economia Gualtieri e i capigruppo della
maggioranza. Poi, finlmente, il Consiglio dei ministri. Ma partiamo
dalle certezze. L’effetto combinato di recessione e spinta al deficit
per gli interventi urgenti porterà il debito pubblico al 155,7% del
Pil: il debito arriva insomma nelle vicinanze dei 2.600 miliardi di
euro, con un aumento di oltre 190 miliardi rispetto allo scorso anno,
facendo salire il conto nei dintorni dei 43.100 euro per ogni italiano,
neonati compresi. Il debito rimane «sostenibile», rimarca la bozza del
Def circolata, ma per riavvicinare la media dell’area euro l’Italia
dovrà impiegare un decennio a colpi di «congrui surplus di bilancio
primario».
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