Coronavirus, Usa: “Molti ictus tra i giovani”. Oms: in Europa metà dei morti nelle rsa

Roma, 23 aprile 2020 – Il Coronavirus continua inesorabile a crescere nel mondo, anche se alcuni Paesi iniziano a vedere la luce in fondo al tunnel. I contagiati dal Covid-19, a livello planetario, secondo i dati ufficiali, sono ormai 2,6 milioni. Crescono anche i decessi: i morti sono più di 183 mila, secondo il conteggio della Johns Hopkins University. E l’Oms ‘accusa’: “In Europa quasi la metà dei morti nelle Rsa”.

Oms

Il direttore regionale dell’Oms Europa, Hans Kluge, in una conferenza stampa, ha confermato quello che ormai si sospettava da giorni: quasi metà delle persone morte per coronavirus in Europa erano residenti di case di cura. Kluge: “Il quadro su queste strutture è profondamente preoccupante”. L’Oms ha anche fornito i dati dell’Africa: finora oltre 24.000 casi di nuovo coronavirus in tutto il continente. I morti finora sono 1.100 e i guariti 6.250.

Stati Uniti

Gli Stati Uniti sono al primo posto per positivi con 842 mila (842.624). Lo Stato di New York è il più colpito con oltre 147 mila persone ammalate. I decessi negli States salgono a 46.785 persone, di cui quasi 2 mila nelle ultime 24 ore. Come in altri Paesi a pagare il prezzo più alto sono gli anziani nelle case di riposo (Oms: In Europa quasi la metà dei morti in rsa). Molti Stati americani, come  Ohio e Washington, non hanno fornito i dati sulle vittime negli ospizi, che secondo il Wall Street Journal sono almeno 10 mila.

Sconvolgente studio della Northwell Health pubblicato sul Journal of American Medical Association rivela che quasi tutti i malati di coronavirus che avevano bisogno del supporto del ventilatore nelle strutture del sistema sanitario nello Stato di New York, il Northwell Health, sono morti. 

L’emergenza cresce, ma alcuni Stati già vogliono riaprire, così è lo stesso presidente Donald Trump, che ha sempre sottolineato l’importanza dell’aspetto economico della crisi e della necessità di far ripartire presto il Paese, ad alzare la voce e a richiamare la Georgia: ”è troppo presto’‘.

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