La Svezia difende l’immunità di gregge ma gli scienziati sono divisi

Niente lockdown. La Svezia continua con la sua strategia “soft” nei confronti della pandemia di coronavirus. E difende la strategia dell’immunità di gregge. “Il picco è stato raggiunto più di una settimana fa e ogni giorno ci aspettiamo un numero di casi inferiore”, ha detto Anders Wallenstein, dell’Agenzia di sanità pubblica. Nei giorni scorsi uno studio dell’Agenzia sosteneva che un terzo della popolazione di Stoccolma sarebbe stata positiva al virus entro il primo maggio: circa 600mila persone. Ma oggi la stessa Agenzia ha fatto marcia indietro, ritirando lo studio. “Abbiamo rilevato degli errori nel report e gli autori stanno esaminando nuovamente i dati”, ha twittato oggi l’Agenzia

“Come in molti altri Paesi, puntiamo ad appiattire la curva dei contagi, rallentando il più possibile la diffusione. Altrimenti il sistema sanitario e la società sono a rischio collasso”, ha affermato Anders Tegnell, epidemiologo dell’Agenzia, spiegando la strategia svedese in un’intervista a Nature. “Chiudere le frontiere è ridicolo, perché ormai il Covid 19 è in ogni Paese europeo. Stiamo entrando in una fase dell’epidemia in cui vedremo molti più casi nelle prossime settimane con più persone in terapia intensiva”. E aggiunge: “Ogni Paese deve raggiungere l’immunità di gregge in un modo o nell’altro. Noi lo raggiungeremo in un modo diverso. Ci sono abbastanza segnali per dimostrare che possiamo pensare all’immunità di gregge. Finora sono stati segnalati pochissimi casi di re-infezione a livello globale. Non sappiamo quanto durerà l’immunità di gregge, ma c’è sicuramente una risposta immunitaria”.

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