Coronavirus, ora serve un Paese più unito

di Antonio Polito

Il Covid-19 come la crisi del ’29? A furia di evocarli, i fatidici Anni Trenta sono davvero arrivati. Il mondo sta entrando in una depressione così globale che può essere paragonata solo a quella che fece seguito al crollo di Wall Street. Siccome allora finì con i fascismi in Europa e la guerra nel mondo, è diventato più che lecito chiedersi se stavolta il genere umano si rivelerà più saggio, se la libertà gli è diventata nel frattempo più cara. Il combinato disposto di debito e disoccupazione di massa che si prepara ci induce purtroppo al pessimismo della ragione. Se Keynes fosse vivo, probabilmente scriverebbe sulle conseguenze economiche dell’epidemia. I popoli, quasi tutti, il nostro di certo, hanno in passato già dimostrato di essere pronti a scambiare libertà per benessere, soprattutto quando sono disperati. Ma ci sono altri tre elementi che si aggiungono a peggiorare le cose.

Il primo è il nazionalismo. Concepire la nazione come un organismo vivente fu l’idea sulla quale nacque. E quale migliore occasione per rinverdire la metafora organicistica, se non una crisi in cui è in gioco la salute della gente? Il protezionismo sanitario che abbiamo visto all’opera, con i Paesi che si sottraevano l’un altro risorse limitate come le mascherine o i tamponi, lascia presagire di peggio sul piano dell’economia. Le frontiere in Europa resteranno chiuse? Si tornerà mai a Schengen? Riprenderanno mai a circolare liberamente i capitali, facendosi largo nella selva di golden powernazionali? Quali nuovi confini saprà costruire la tecnologia? Il nazionalismo, per definizione, porta guerra. Magari solo commerciale, magari solo digitale. Ma di certo non sarà un pranzo di gala.

Il secondo elemento è lo statalismo. Lo Stato già oggi ci appare come l’unico potere in grado di difenderci da un virus. Rapidamente diventerà anche l’unico santo a cui votarsi per la ripresa. Lo Stato liberale, nella sua accezione «negativa», e cioè di mero garante giuridico delle libertà, subirà la concorrenza difficile da battere di un’idea «attiva» dello Stato, erogatore di servizi e di sussidi, dispensatore di benessere. Mussolini inventò l’Iri per rispondere alla crisi degli Anni Trenta; Patuanelli, si parva licet, vuole inventarsi una «nuova Iri» per rispondere alla crisi del coronavirus.

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.