Un negozio su tre teme di non riaprire più

E le prospettive di ripresa non sono semplici: l’onda lunga dell’emergenza dovrebbe durare fino a dicembre, in parte per le restrizioni che resteranno comunque in vigore, in parte per un probabile comportamento di spesa delle famiglie ancora condizionato dall’emergenza. Per far fronte alla caduta di fatturato oltre la metà delle imprese valuta di utilizzare la possibilità di chiedere una linea di credito aggiuntiva pari al 25% del fatturato dell’anno precedente: il 23% ha intenzione di farlo subito, mentre il 30% è ancora indeciso.
Ma gli interventi di sostegno messi in campo vengono bocciati dalle imprese: il 73% li ritiene “poco” o “per niente adeguati”.
“Le attività hanno già subito forti perdite e continueranno a subirne, in virtù della lentezza della ripresa e delle difficoltà, incertezze, ad essa collegate”, spiega Patrizia De Luise. “Le misure messe in campo dal governo per assicurare liquidità alle imprese vanno accelerate e rese certe; ma non basteranno comunque a colmare i mancati ricavi e redditi.
Servono forme di indennizzo o finanziamento a fondo perduto, commisurati al valore dei mancati redditi, per dare la possibilità alle imprese ed agli imprenditori di non chiudere definitivamente. Per avviare la fase di riapertura in sicurezza, invece, occorre accelerare sui protocolli di sicurezza per dare modo alle imprese di adeguarsi”.

L’HUFFPOST

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