Non è sempre colpa dei politici. Gli imbecilli che mettono a rischio l’Italia

di MICHELE BRAMBILLA

Viviamo oggi la Pasqua forse più incredibile che si possa ricordare. Metà della popolazione della Terra è isolata e spaventata a causa di un nemico invisibile agli occhi. Sulle spalle e sulla coscienza di tutti i governanti pesano responsabilità che non paiono alla portata di noi poveri umani. Tutti – ripeto, tutti – i governi del pianeta erano impreparati. Qualcuno ha affrontato un po’ meglio l’emergenza, ma la quasi totalità dei leader del mondo è andata in affanno. Diciamo la verità: neppure il mondo della scienza aveva capito quel che stava per succedere, e lanciato allarmi.

Per questo, il nervosismo mostrato l’altro ieri da Giuseppe Conte è umanamente comprensibile. Le pressioni cui è sottoposto sono pazzesche. Tuttavia, il premier ha commesso un grave errore. Non si usano i messaggi a reti unificate per attaccare l’opposizione, né per fare un comizio, come a tratti è stato il discorso del Venerdì Santo. Conte ha dato prova di stanchezza e nervosismo: esattamente quello che non deve fare un leader in momenti drammatici come questi, quando il popolo ha necessità di una guida sicura. L’Italia è forse il più fragile tra i Paesi colpiti dal virus e ha bisogno di un governo forte, che sappia dare indicazioni chiare ai cittadini e che sia autorevole in Europa, dove molti non aspettano altro per umiliarci.

Ma è bene dire chiaro che mai come adesso è sbagliato attendersi la soluzione dei problemi dalla sola classe politica. Questa è una battaglia che può essere vinta solo con il concorso di tutti gli italiani, e purtroppo tra gli italiani stanno aumentando le diserzioni.

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