Pio Albergo Trivulzio, 30 morti da inizio aprile. Bare anche in chiesa. E arriva l’ispezione del governo



Il direttore generale del Pat, Giuseppe Calicchio, in una mail ha chiesto “con estrema urgenza” alla sua prima linea di avere un “dettaglio puntuale” sul numero di salme “ancora da porre in cassa” e “per ciascuna data di decesso”. Nella stessa comunicazione, il dg ha stabilito che sia la dottoressa Vasaturo “a occuparsi della camera mortuaria”, sostituendo il signor Riganti che d’ora in poi dovrà riferire a lei. E il bilancio dei morti, purtroppo, rischia di essere ancora più ampio: i numeri non tengono conto degli anziani che in queste settimane sono stati mandati a casa o ricoverati, e che solo in un secondo momento sono stati trovati positivi e, in molti casi, deceduti.

“Le ispezioni stanno partendo – dice Sileri – gli inviati del ministero chiederanno informazioni dettagliate e verificheranno tutti gli atti, avvalendosi anche dell’aiuto dei Nas”. Come per altre Rsa, si dovrà dunque accertare se alla Baggina, come sostengono fonti sindacali, “gli ospiti morivano e si diceva che erano solo bronchiti”, se davvero “si è voluta tenere sotto silenzio la grave situazione delle strutture”. E se – come dice il professor Luigi Bergamaschini, al Pat vietavano le mascherine e quando lui le autorizza viene esonerato”.

Oggi il Pat accoglie 1.012 fra ospiti e pazienti e conta, di solito, su 1.600 persone tra medici, infermieri, assistenti sociali nelle tre residenze per anziani e nei due centri d’assistenza. A marzo, però, sono stati 250 i lavoratori non operativi sul campo, alcuni in telelavoro, la maggior parte in malattia. Contagiati con ogni probabilità sul posto di lavoro e con sintomi da Covid-19 anche – un tema sul quale anche la stessa procura milanese sta indagando – per via delle (presunte) tardive disposizioni all’uso dei dispositivi di protezione.

La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, definisce le morti al Pio Albergo Trivulzio “una stretta al cuore”. E aggiunge: “Nelle case di riposo c’è la memoria di questo Paese. E dopo questa stretta al cuore avvertiamo il bisogno di chiarezza: serve una commissione d’inchiesta, come ha chiesto Renzi”. Il suo collega agli Affari regionali, Francesco Boccia, chiede invece “alle Regioni di comunicare tempestivamente alla Protezione civile, attraverso il monitoraggio delle Ats, quali siano le Rsa in condizioni di maggior criticità”. Anche Leu, con Nicola Fratoianni, in un’interrogazione chiede “tutte le necessarie attività ispettive per fare chiarezza e individuare eventuali responsabilità sui decessi”.

REP.IT

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