Coronavirus Lombardia, «Malati emersi e numero di tamponi: ecco che cosa influenza la curva»

«La fluttuazione del numero di casi da un giorno all’altro è strettamente legata alla quantità di tamponi effettuati day by day e, soprattutto, al lavoro dei laboratori di analisi che, per i motivi più svariati, possono esaminarne di più una volta rispetto all’altra». Paolo Grossi, 62 anni, professore di Malattie infettive all’Università dell’Insubria di Varese, è nel gruppo di lavoro permanente sul Covid-19 del Consiglio superiore di Sanità.

In Lombardia giovedì sono stati effettuati 6.047 tamponi, il giorno prima 4.971, il 24 marzo 3.453. Il dilemma è: sono stati svolti più test perché ci sono più ammalati oppure i laboratori hanno elaborato più analisi un giorno rispetto all’altro?
«È una domanda a cui è quasi impossibile rispondere. Probabilmente la verità è nel mezzo. La capacità di elaborare risultati dei laboratori può variare da un giorno all’altro. Nello stesso tempo ci possono essere più malati a domicilio che all’improvviso si aggravano e vengono ricoverati e, dunque, tamponati in ospedale. Oppure di pazienti sintomatici sottoposti all’esame nelle proprie case dopo i provvedimenti del 23 marzo di Regione Lombardia».

Tra mercoledì e giovedì a Milano si registra un incremento del 12%: nei quattro giorni prima l’oscillazione è tra l’8 e il 6. A Lodi l’aumento è del 4% contro l’1-2 precedente. Sono segnali preoccupanti?
«Ripeto: i risultati di un singolo giorno non sono significativi. Bisogna esaminare il trend».

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