Il passato ci frena ancora Scelte guidate dal consenso

di Ernesto Galli della Loggia

Dopo la pandemia che stiamo vivendo nulla sarà più come prima. Dirà il futuro se questa che per il momento è solo una suggestione — ma sempre più incalzante e diffusa — sarà confermata dai fatti. Quel che è certo è che per il momento egualmente incalzante e diffusa si sta facendo strada un’altra convinzione: che molti nodi della nostra vita pubblica stanno venendo drammaticamente al pettine. Sta venendo al pettine innanzi tutto una questione generale di responsabilità. Non parlo della responsabilità legata all’obbligo di rispettare le restrizioni in atto limitatrici della nostra vita quotidiana. Parlo della, o meglio delle, responsabilità legate a una lunga catena di scelte fatte in passato e di cui oggi si vedono le conseguenze.

Le scelte più significative riguardano ovviamente la sanità. Sottoposto alla prova inappellabile di una possibile emergenza, una parte importante della Penisola, in pratica tutto il Sud (ma siamo sicuri che sia solo il Sud?), ha dovuto constatare di non avere un servizio sanitario in grado di reggere alle necessità quando queste diventano necessità serie (e non solo in questo caso molto probabilmente). Quella parte del Paese ha toccato con mano che in tali circostanze i suoi ospedali mancano delle attrezzature necessarie e nella quantità necessaria. Il che vuol dire una sola cosa: che in quella parte d’Italia le Regioni — il cui settore di competenza principale, non bisogna stancarsi di ricordarlo, è per l’appunto quello della sanità — hanno fatto in questo campo una cattiva prova, così come del resto risulta da mille indicatori.

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