La buona prova dell’Italia (con qualche errore)

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di   Paolo Mieli

A sorpresa il sistema Italia tiene. Nell’«ora più buia» il Paese dà prova di una sorprendente compattezza e di una certa capacità di combattimento. Purtroppo l’emergenza sanitaria ci ha investiti in un momento di tensione e incomunicabilità politica che ha provocato qualche incertezza iniziale. Ma fortunatamente dopo qualche passo falso il governo presieduto da Giuseppe Conte sembra aver imboccato la via giusta per affrontare la battaglia decisiva contro il virus venuto dalla Cina. Una battaglia che non sarà breve ma che l’Italia ha iniziato a combattere in anticipo sui Paesi di tutta Europa costretti nelle ultime ore a prendere le stesse iniziative da noi già adottate e che adesso ci valgono le congratulazioni della comunità internazionale. Ci stiamo abituando anche al fatto che si proceda per gradi e che si ripeta sempre più spesso il rito dell’annuncio in tv a tarda sera di un’ulteriore stretta. La Cina che ci ha preceduto nel confronto con il Covid-19, si è mossa con un grande ritardo iniziale. Una volta dichiarata la guerra al virus, però, ha dato prova di estrema risolutezza. In virtù, probabilmente, del fatto che è relativamente più semplice isolare un distretto grande come l’Italia in un Paese di un miliardo e mezzo di persone. Avesse dovuto adottare la soluzione Wuhan per l’intera Cina con le stesse rigide modalità applicate alla provincia dello Hubei, probabilmente a Xi Jinping non sarebbero stati sufficienti i poteri dittatoriali di cui, pure, dispone.

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