Coronavirus, Lombardia e Veneto: «Tutto chiuso per due settimane tranne alimentari e farmacie»

Tutti i «12 sindaci della Lombardia mi hanno incaricato di rivolgermi al governo per chiedere un ulteriore irrigidimento delle misure, con la chiusura delle attività commerciali non essenziali e il trasporto pubblico locale»»: così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in diretta tv, ha spiegato che si tratta di «un’ipotesi che presenteremo al governo» oggi a poche ore dall’estensione della zona a rischio a tutta l’Italia . Sulla stessa linea anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: «Piuttosto che protrarre un’agonia che dura mesi, credo sia meglio arrivare a una chiusura totale, così da bloccare definitivamente il contagio. È una linea di pensiero che sta girando e penso che se ne parlerà anche oggi, perché è fondamentale isolare il virus, e più rallentiamo la velocità di contagio e più respiro diamo alle nostre strutture sanitarie».

Il fronte caldo resta la tenuta del sistema ospedaliero, che ormai è quasi al limite. La sanità lombarda si sta attrezzando per nuovi letti di terapia intensiva ma «stiamo arrivando ai limiti massimi», ha avvertito Fontana, precisando che si potrà aspettare «qualche giorno, forse una settimana» in cui si potrà «dare una risposta adeguata a tutti. Ma bisogna fare in modo che il numero di chi si infetta inizi a ridursi». Nel frattempo, si stanno cercando anche nuovi spazi: «Ci sono ospedali», da poco chiusi, «che possono essere riqualificati» e anche «la Fiera di Milano ha già dato disponibilità per spazi».

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