Siria, escalation a Idlib: Ankara “spinge” i profughi verso i confini dell’Ue

IDLIB – Dopo i raid che hanno ucciso 33 militari turchi in Siria, le forze di Ankara colpiscono 329 soldati di Damasco e 200 obiettivi nell’area di Idlib. “Solidarietà” dalla Nato. Erdogan sente Putin e prepara un incontro per la prossima settimana, intanto apre i confini. L’Ue al ‘sultano’: “Rispetti gli impegni sui migranti”. La Grecia blinda la frontiera. E l’Onu: “Rischi di rapida escalation, cessate immediatamente il fuoco”. Monito ripreso in serata da una dichiarazione congiunta dei rappresentanti di Belgio, Francia, Germania, Estonia e Polonia, ex ed attuali membri Ue del Consiglio di Sicurezza Onu: “L’escalation militare a Idlib deve fermarsi ora. Condanniamo l’attacco ai soldati turchi – hanno affermato prima dell’inizio della riunione dei Quindici -. Non ci sarà soluzione militare al conflitto”. Intanto, il segretario generale dell’Organizzazione, Antonio Guterres, fa sapere che “è in preparazione una missione
umanitaria” a Idlib proprio per valutare la situazione sul terreno. Secondo fonti diplomatiche del Palazzo di Vetro, la missione potrebbe giungere la prossima settimana ed essere formata da rappresentanti di diverse agenzie delle Nazioni Unite.

Le mosse di Ankara

Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha convocato un consiglio di sicurezza straordinario per decidere la controffensiva. E in questa riunione, con i vertici militari del Paese, è stato deciso anche di aprire i confini dell’Ue ai migranti e non trattenerli più nel Paese.

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