Dietro lo scontro tra Iv e Conte ci sono nomine e voti moderati
Di colpo i toni si stanno un po’ abbassando, e le polemiche tra Palazzo Chigi e Iv ritornano a essere un rumore di fondo. Ma non è la quiete dopo la tempesta sulla prescrizione. Si tratta al massimo della calma che precede un altro conflitto a breve termine. Nella maggioranza, nessuno si illude che tra il premier Giuseppe Conte e il segretario del Pd Nicola Zingaretti, e il leader di Iv Matteo Renzi i contrasti si siano ricomposti. Tatticamente possono vivere momenti di sospensione ma sembrano destinati a riproporsi. Iv si scaglia contro quella che definisce «grillizzazione del Pd» sulla giustizia.
In realtà, però, il vero obiettivo sembra Conte. E a Palazzo Chigi, ma anche tra i dem e perfino al Quirinale, lo hanno capito da tempo. Per questo, sarà il premier a decidere nelle prossime settimane se rapporti così sfilacciati nella maggioranza possono continuare all’infinito, o se di colpo bisognerà mettere un punto. La compattezza, almeno apparente, con la quale tutti gli esponenti del Pd e dei Cinque Stelle ribadiscono che se c’è una crisi si va alle elezioni, da una parte rafforza il premier; dall’altra conferma come l’offensiva per logorarlo dall’interno della maggioranza si stia intensificando.
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