Le Sardine: «Sulla foto con Benetton noi ingenui. Conte? Adesso ci inviti»

di Cesare Zapperi

Le Sardine: «Sulla foto con Benetton noi ingenui. Conte? Adesso ci inviti»

«La foto con Benetton? È stata un’ingenuità perché ha offerto un assist a tutti quelli che non vedevano l’ora di screditarci. È stato un errore, prima o poi doveva capitare. Ma anche chi ci apprezza deve capire che non siamo infallibili». Per Mattia Santori e i tre amici bolognesi con cui ha fondato le Sardine la visita a Fabrica, il centro di formazione d’eccellenza di Treviso dove Oliviero Toscani cresce giovani talenti della comunicazione e dell’immagine under 25, doveva essere un’opportunità di confronto (e per loro lo è stata perché sono rimasti a scambiarsi idee, in inglese, per due ore) ma si è rivelata un passo falso politico. Il primo, da quando è nato il movimento, il 14 novembre scorso in Piazza Maggiore a Bologna, che finora aveva raccolto solo apprezzamenti. Tutto per quella foto a fianco di Luciano Benetton, l’azionista di Atlantia. «Io non ho nemmeno parlato con l’imprenditore. E a tavola mi avevano riservato un posto vicino a lui ma ho preferito rimanere in mezzo ai ragazzi», spiega Santori. Che, a fronte della marea montante di critiche e stroncature (sulla pagina Facebook «6000 sardine» sono arrivati fino a ieri sera più di 3.000 commenti), aggiunge: «Noi quattro siamo andati a titolo personale, non in quanto rappresentanti delle Sardine. Capisco che altri non lo avrebbero fatto».

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