Brexit, lasciamoci con il sorriso (la storia non è ancora chiusa)

di Beppe Severgnini

Brexit, lasciamoci con il sorriso (la storia non è ancora chiusa)

Mancano poche ore all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, dov’era entrato il 1° gennaio 1973. Fa uno strano effetto, ma questo è il momento in cui le emozioni vanno messe da parte, e bisogna provare a ragionare. Tutti: gli europei del continente e gli europei dell’isola. Anzi, delle isole: perché l’Irlanda, in questa vicenda, ha una parte non piccola. Sul voto per Brexit — 23 giugno 2016 — è stato scritto e detto molto, forse troppo.

È sembrata una scelta impulsiva, una miscela di presunzione, fastidio e nostalgia, condita di cattiva informazione. Ma la democrazia non esclude i sentimenti: quel voto va rispettato. Sono seguiti tre anni e mezzo surreali, conditi di negoziati, ripicche, incomprensioni, elezioni, dimissioni e imboscate parlamentari: una prova d’inefficienza che ha stupito, deluso e imbarazzato gli stessi inglesi. Il 12 dicembre 2019, il voto che ha confermato al governo il conservatore Boris Johnson, che di Brexit aveva fatto una bandiera. L’impressione è che gli elettori non ne potessero più, e volessero chiudere in fretta questa storia.

Ma la storia è chiusa? Non ancora, anche se due date rappresentano altrettante pietre miliari. Quella di oggi, 31 gennaio 2020: il Regno Unito esce dall’Unione Europea, secondo quanto stabilito dall’art. 50 del Trattato istitutivo. La seconda data è 31 dicembre 2020, quando finirà il periodo di transizione, durante il quale Uk e Ue dovranno trovare un nuovo accordo, che ne regolerà i rapporti in ogni settore (dalle dogane ai trasporti, dall’immigrazione ai diritti dei lavoratori, dalla finanza alla sicurezza, dall’industria alla pesca).

Rating 3.00 out of 5

Pages: 1 2


No Comments so far.

Leave a Reply

Marquee Powered By Know How Media.