Al via con Ruffini alle Entrate la grande partita delle nomine

La prima tornata della grande partita delle nomine dice che all’Agenzia delle Entrate ritorna Ernesto Maria Ruffini. Leggere Matteo Renzi. Il legame tra i due è solido e datato. 2010, prima Leopolda. Sul palco voluto dall’allora sindaco di Firenze salì proprio Ruffini, che disse: “A non pagare le tasse non ci guadagna nessuno, anzi ci perdiamo tutti”. 2015, Renzi premier: Ruffini è nominato amministratore delegato di Equitalia. Poi, nel 2017, diventa direttore delle Agenzia delle Entrate. Il ritorno l’hanno voluto proprio i renziani. Il Pd ha detto subito sì, ma Luigi Di Maio si è messo di traverso per un po’. Al Consiglio dei ministri di giovedì sera, secondo quanto apprende Huffpost da fonti di governo di primissimo livello, sarà tutto sistemato. Ruffini alle Entrate. Marcello Minenna, già assessore al Bilancio della Giunta Raggi, al Demanio in quota 5 stelle. Alle Dogane Antonio Agostino: viene dal Cipe, voluto dai grillini e da Conte. 

Sarà quindi la riunione dei ministri in programma domani alle 21, al ritorno del premier e del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri da Davos, a dare il via libera alle prime nomine di peso. La partita si sblocca. Basta pensare che l’incarico dei direttori delle tre agenzie fiscali – appunto Entrate, Dogane e Demanio – è scaduto il 9 dicembre, ma già da prima, come è consuetudine, è partita la rumba della successione. La traccia politica è quella della spartizione. I pesi delle poltrone sono differenti. Se è vero che Le Dogane hanno un’importanza strategica in tempi di Brexit e il Demanio è centrale in questioni come la riforma del catasto, è però altrettanto evidente che le Entrate, per ruolo e ampiezza dei compiti, ha un peso specifico decisamente maggiore. 

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