Mafia: colpo ai clan, 94 arresti. In cella i boss messinesi: «Truffa ai fondi Ue per 10 milioni di euro»

di Alessio Ribaudo

Per anni hanno impaurito gli imprenditori dei Nebrodi, gestito il traffico di droga ma, soprattutto, hanno messo le mani su decine di milioni di euro di fondi pubblici legati al settore dell’agricoltura. Stamattina però, 94 persone sono stati arrestate (46 sono ai domiciliari) dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri e la Guardia di Finanza, coordinati dalla direzione distrettuale antimafia di Messina. Diverse centinaia di militari, dalle prime luci dell’alba, hanno anche sequestrato anche 150 aziende. L’inchiesta dei magistrati dello Stretto, coordinati dal procuratore Maurizio de Lucia, ha decapitato i clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo di Tortorici, un piccolo centro abbarbicato sui Nebrodi, che negli anni Novanta era stato il terreno di scontro di una violenta guerra di mafia. Da tempo, invece, secondo gli inquirenti le due «famiglie» avrebbero scelto di deporre una «tregua» armata e di spartirsi gli affari: come quello delle truffe all’Unione europea e all’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea). «Anche se sotto la cenere cova sempre la voglia di fare piazza pulita del concorrente», scrivono i magistrati. Quella tratteggiata dagli inquirenti è una mafia moderna, dedita più alle truffe che alle estorsioni e agli omicidi grazie alla connivenza di insospettabili imprenditori e professionisti. Viene così mandata in soffitta la «radicata» credenza che Messina sia la provincia «babba» (stupida) rispetto alla sanguinosa e potente Cosa nostra palermitana e catanese.

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