Libia, l’accordo non c’è: Haftar non vuole arretrare

Come riportato da AdnKronos, che ha avuto accesso all’accordo, la bozza prevede l’osservanza incondizionata della cessazione delle ostilità, la determinazione di una nuova linea del fronte che assicuri la possibilità che il cessate-il-fuoco sia rispettato (con la formazione di una commissione militare che ne decida forma e modalità di attuazione). Previsto anche l’assicurazione di un accesso sicuro degli aiuti umanitari, la designazione di rappresentanti delle parti in causa per aprire tutti i canali diplomatici , militari ed economici al fine di mantenere la stabilizzazione della Libia. Mettere le premesse per un accordo intralibico con commissioni e esponenti incaricati dalle fazioni in campo.

Nessun incontro tra i due

Per la verità un faccia a faccia tra i due principali attori impegnati in Libia non era mai stato posizionato in agenda durante il vertice di Mosca. Del resto, proprio per evitare di incontrare Khalifa Haftar nei corridoi di Palazzo Chigi, la scorsa settimana Fayez Al Sarraj ha improvvisamente annullato l’incontro con Giuseppe Conte. Tuttavia, nella capitale russa speravano che qualcosa potesse capitare. Invitare entrambi nella stessa città e nello stesso luogo per firmare un accordo probabilmente decisivo per il futuro della Libia, dava adito a speranze in tal senso. Ma, così come si legge su molti siti libici, Al Sarraj ha confermato di non avere la minima intenzione di sedersi attorno ad un tavolo con il suo rivale.

A pesare è soprattutto la posizione delle milizie, assolutamente sfavorevoli ad ogni tipo di colloquio diretto del principale rappresentante del governo libico con Haftar. Dunque, le varie delegazioni che in queste ore stanno contrattando un accordo in grado di soddisfare i principali requisiti richiesti, stanno incontrando russi e turchi in separata sede. E questo fa ben intuire, a prescindere da come andranno le cose, il clima che si sta respirando tanto a Mosca quanto a Tripoli.

Haftar non vuole ritirare le truppe

Anche l’altra notizia sopra accennata non costituisce affatto una sorpresa. In tanti sospettavano infatti del fatto che il generale uomo forte della Cirenaica non avesse affatto intenzione di ritirare le sue truppe. Questo è un altro dei punti salienti dell’accordo in discussione a Mosca. L’obiettivo era di fatto creare un compromesso con Haftar: il ritiro nelle caserme delle sue truppe, in cambio della responsabilità (che suona più un onore che un onere) da accordare al Libyan National Army del controllo dei pozzi petroliferi. 

Ma, come hanno ripetuto sia da Tripoli che da Bengasi, Haftar non ha al momento intenzione di far arretrare i suoi soldati dalla capitale. Dunque, nelle periferie tripoline in mano al suo esercito non ci dovrebbero essere mutamenti sotto il profilo militare. A questo punto è da chiedersi se il faticoso accordo tra le parti, che a Mosca si sta provando a portare in porto entro questo lunedì, sia o meno alla portata.

INSIDEOVER

IL GIORNALE

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