Nave Gregoretti, Salvini accusa Conte: “Il suo sostegno era implicito”

di CARMELO LOPAPA

Punto primo. Nessun atto è stato compiuto da Matteo Salvini in quei cinque drammatici giorni di luglio per trarre vantaggio o lucrare politicamente dalla vicenda dei 131 immigrati a bordo del pattugliatore della Guardia Costiera Gregoretti. Tutte le decisioni sono state adottate nella sua qualità e nei suoi poteri di ministro dell’Interno. Punto secondo. Delle sue determinazioni in tal senso sono stati sempre tenuti al corrente il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e i ministri competenti. A conferma, ed è il terzo punto, ci sarebbe il fatto che pur essendo di dominio pubblico lo stallo della nave al largo di Catania e poi di Augusta, non è giunto alcun ordine in direzione opposta da parte di Palazzo Chigi. Tesi che sarebbe suffragata, secondo la difesa del leader leghista, dalla copia delle “interlocuzioni scritte” avvenute in quei giorni tra il Viminale, la Presidenza del Consiglio, il ministero degli Affari esteri (guidato fino ad agosto da Enzo Moavero Milanesi) e organismi comunitari. Infine ci sarebbe il precedente del caso Diciotti, che ha portato alla respinta della richiesta di processo per una vicenda analoga.

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