Bagdad, Soleimani ucciso dagli Usa Ora si attende la risposta di Teheran

Le milizie


Il secondo elemento è rappresentato dalle milizie affiliate dall’Iran e molto legate all’Apparato Qods. La crisi è stata innescata proprio dall’azione di una fazione sciita irachena che ha sparato 30 razzi su una posizione statunitense, da qui la catena di eventi fino allo strike di poche ore fa. I movimenti che possono scattare ad un ordine dei mullah sono numerosi e presenti in tutto lo scacchiere. Usano tattiche di guerriglia, dispongono di missili, sono preparati ad atti terroristici. Di nuovo, il regime sciita li ha alimentati con istruttori, denaro e armi. Mai dimenticare che sono stati gli sciiti filo-iraniani tra i primi a ricorrere alle azioni kamikaze all’inizio degli anni ’80.

Le basi

Il terzo fronte è quello delle basi americane nel Golfo Persico e nei paesi vicini. L’elenco di siti è lunghissimo, così cosi come sono tante le navi militari e civili con la bandiera Usa che incrociano lungo rotte dove l’Iran potrebbe cercare la vendetta. I missili a lungo raggio e i droni rappresentano una delle opzioni: il bombardamento dell’aree petrolifere saudite in settembre ne è la prova. Teheran ha parlato di guerra e dunque non può essere scartata un’iniziativa strettamente bellica. Infine non è da escludere l’omicidio mirato per replicare in parallelo all’eliminazione di Soleimani. Un diplomatico, alti ufficiali, funzionari di spicco sono in una situazione rischiosa.

CORRIERE.IT

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