Le spese inutili di Natale. Siamo in crisi ma abbiamo soldi da buttare

di MICHELE BRAMBILLA

Una trentina di anni fa, nel 1988 per la precisione, uscì un bel libro che si intitolava “Quando eravamo povera gente“. Lo aveva scritto Cesare Marchi, grande giornalista, che ci lasciò poco dopo. Fosse ancora vivo, sono sicuro che Marchi userebbe la sua straordinaria ironia per commentare i commenti (scusate il gioco di parole) fatti ieri da varie associazioni sul riciclo dei regali di Natale. C’è chi sostiene, infatti, che i regali che ricicleremo per ben 3,3 miliardi sarebbero la prova della nostra propensione al risparmio al tempo della crisi. Marchi, che pure era veneto, replicherebbe in napoletano come Totò: “Ma mi faccia il piacere”.

Pare infatti evidente che, prima del risparmio, viene la spesa: abbiamo fatto regali inutili per 3,3 miliardi. E, sempre secondo i vari centri studi, sono 23 milioni gli italiani che hanno ricevuto qualcosa di cui non solo non hanno bisogno, ma che non sanno neanche come e dove piazzare. Cito altri dati: “Cinque su dieci ricicleranno i doni ricevuti”; “in pole position tra i beni riciclati troviamo i generi alimentari per il 45 per cento”; “il 20 per cento degli acquisti alimentari di questi giorni finirà in pattumiera”. Quando eravamo povera gente, a Natale non si riciclavano cibi e bevande, né tantomeno si gettavano nella spazzatura.

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