Via la prescrizione, è bagarre. Conte difende la legge Bonafede

di ALESSANDRO FARRUGGIA

Roma, 14 dicembre 2019 – L’ultima mina sepolta sul percorso di guerra del governo Conte bis si chiama prescrizione. La riforma voluta da Bonafede, che cancella la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, è una misura radicale e, se non bilanciata da contrappesi, giustizialista. “C’è il rischio di processi infiniti – osserva il professor Filippo Sgubbi, ordinario di diritto penale all’università di Bologna – con danni non solo per gli imputati ma anche per le vittime, perché dovendo celebrare tutti i processi i tempi in corte penale si allungheranno inesorabilmente”.

È osteggiata dai penalisti, da Forza Italia, dalla Lega, da Fd’I, Italia Viva e dallo stesso Pd che però è più cauto per non far cadere il governo. La difendono solo i pentastellati e una parte della magistratura. Se non si arriverà a una modifica, il governo rischia. E Conte, che lo sa, ieri ne ha parlato. “Ritengo la norma sulla prescrizione che prevede lo stop dopo il primo grado – ha detto ad ’Accordi e disaccordi’ sul Nove – assolutamente compatibile con la Costituzione, ce l’hanno anche altri ordinamenti. Ma detto questo, da giurista, stiamo lavorando per introdurre delle norme diciamo correttive. Senza mettere in discussione la norma, introducendo delle garanzie per la durata”.

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