Ma è una vittoria che può costare molto cara a Bojo

La vittoria dei conservatori è anche frutto di due errori. Gli errori:  li hanno commessi, in strano tandem, Angela Merkel e Jeremy Corbyn. La prima ha concesso ancora tempo al governo inglese per decidere sulla Brexit, oltre la data delle elezioni europee del giugno scorso. In questo modo ha lasciato sul terreno una bomba inesplosa che prima o poi sarebbe deflagrata nella politica britannica. E infatti è montata la frustrazione e persino la rabbia di tanti cittadini di fronte ad una questione che si ingarbugliava sempre più in una ridda di voti contraddittori alla Camera dei Comuni, tanto da ridicolizzare la loro ben amata istituzione; e questa rabbia è esplosa nelle urne dando un mandato chiaro e univoco a chi proclamava ai quattro venti che sarebbe uscito dall’Ue subito e senza tante storie. Che questo fosse il sentimento ormai dominante dell’opinione pubblica lo dimostra l’esito dei tanti conservatori espulsi da Johnson che si sono presentati come indipendenti senza essere eletti pur avendo in molti casi un pedigree politico di primo livello. Anzi, invece di danneggiare i Tory hanno affondato i candidati Labour che hanno perso tutti quei collegi. In realtà, il tema su cui alla fine gli inglesi hanno votato è stato la Brexit.

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