L’economia tedesca sta arrancando. E ora anche l’Italia rischia

Andrea Muratore

Sono mesi sempre più problematici per l’economia della Germania, sempre più fiacca e intrappolata nel circolo vizioso della stagnazione produttiva e dell’assenza di vere prospettive di rilancio. L’estremizzazione del modello fondato su svalutazione dei fattori interni (soprattutto il lavoro), mercantilismo monetario e focus pressoché totale sulle esportazioni ha dapprima ridotto le prospettive di sviluppo del mercato interno e, più recentemente, causato contraccolpi dopo che il surriscaldamento delle tensioni commerciali mondiali ha iniziato a minare la posizione di economia export-led di Berlino.

E se per la seconda metà del 2019 si attendevano, perlomeno, minimi rasserenamenti, le statistiche ufficiali hanno riportato nuovamente un clima pessimistico. Stando a quanto riportato dai più recenti dati dell’ufficio di statistica tedesco, la produzione industriale della Germania è calata ad ottobre dell’1,7% contro una previsione di una crescita dello 0,1%. Il calo della produzione sull’anno precedente è del 5,3% contro una previsione del 3,6%. Non è il primo dato negativo sulla condizione produttiva tedesca e verosimilmente non sarà l’ultimo.

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