Non è avvertimento, è giornalismo

di Marco Damilano

Un articolo, un servizio, un’inchiesta giornalistica in democrazia non sono un avvertimento, ma l’opposto. Sono un contributo che si porta alla conoscenza dei fatti, per mettere i cittadini e gli elettori di scegliere i loro rappresentanti nelle condizioni migliori. Ha sbagliato, dunque, il senatore Matteo Renzi a definire così, come ha fatto ieri mattina  dai microfoni di Radio Capital,  la storia di copertina firmata da Emiliano Fittipaldi e Giovanni Tizian che i lettori dell’Espresso potranno leggere finalmente domenica primo dicembre nella sua interezza, dopo tante anticipazioni, discussioni, polemiche. Se, dopo aver minacciato querele e dopo essersela presa con il collega Gigi Riva che ha fatto un errore e si è subito scusato, il senatore Renzi avrà la pazienza di leggere la nostra inchiesta, vedrà che non di avvertimenti o di veline o di pizzini si tratta, ma di un accurato e paziente lavoro di ricostruzione di dati, nomi, cifre, contesti. Il miglior giornalismo di inchiesta, di cui Fittipaldi e Tizian sono firme riconosciute. Che non arriva a conclusioni, ma pone domande.

Sull’acquisto della villa, e sull’ormai famoso prestito  che ha consentito alla coppia Renzi di traslocare nell’estate 2018, sono da chiarire almeno due questioni.

vedi anche:

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La villa di Matteo Renzi comprata col ‘prestito’ da 700 mila euro del finanziatore di Open

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